Avete imparato a delegare, e la delega non è più un riequilibrio energetico che rispetta alcuni caratteri del vostro sistema, ma è diventata la regola. La vostra vita è delegata a qualcun altro.
Avete delegato ogni aspetto di voi, come vestirvi, cosa mangiare, come lavorare, come curarvi, come parlare, che rapporti avere. Cosa pensare.
Questo movimento interrompe profondamente l’ascolto di voi, del vostro sentire, della vostra verità.
Delegare i vostri bisogni fuori annichilisce il dialogo interiore, lo esclude, lo allontana. Provate a ritornare a creare in prima persona. A creare chi sentite di essere, non di aderire a come dovreste essere. Fate una prova, una sola, e divertitevi nel farlo. Indossate l’abito che tenete per l’occasione più corretta, mangiate secondo il vostro ritmo e secondo quello che chiama il vostro corpo, non la vostra mente.
Pregate per la gioia della preghiera, non per il dovere o l’esigenza. La preghiera sentita e vissuta è la forma del mondo manifesto.
Lascia alla delega un ruolo circoscritto, limitato, equilibrato. Recupera e prova a creare la tua modalità di vita. E’ un gioco, è un gioco per grandi, ma è profondamente ispirato al movimento dei bambini, i veri maestri del destino.
