La costrizione è una maglia che spesso ci accomodiamo intorno al collo per sentire una sorta di protezione e amore.
Il passo bloccato da questo soffocare voluto stenta il suo cammino, per paura che le forze mancheranno o l’intento non sia carico di impulso.
L’abitudine alla costrizione nasce dalla paura della diversità. Costringersi nei binari dell’omologazione rassicura la mente comune che è terrorizzata dai salti di vita di ogni individuo.
La mente comune ha bisogno di certezze, sicurezze e assenza di sorprese da tutti i suoi sudditi.
Tutti gli abitanti della terra sono collegati a una mente comune.
Tutti gli abitanti di una nazione sono riuniti sono un’altro tipo di mente comune.
E così via, siamo permeati da sottoinsiemi di menti collettive che hanno bisogno di una vibrazione monotòna affinché possa rimanere nel placido mare dell’ignoranza.
La maglia della costrizione serve a quello, sentire tutte le pressioni collettive che limitano la libertà creativa di ogni singolo essere creativo.
Liberarsi da quella maglia è dichiarare un profondo amore alla propria anima, alla propria energia, al proprio percorso.
Sciogliere quel legame è sentire la connessione profonda con il tutto, con tutti gli esseri viventi e spiritualizzati, sentire le fratellanze e sorellanze universali sorreggere l’esperienza di vita che si sta compiendo.
Quando è l’ultima volta che hai mosso un passo libero, creativo, spontaneo e vitale?
Quando è che ti addormenti e sedi il tuo desiderio di volo coraggioso e libero sorretto dal fuoco della passione?
Quando è che decidi di accogliere il giogo mentale e chiudere la tua unicità vibrante di magia cosmica nel ripostiglio?
Scegli la vita, scegli la tua bellezza, scegli di sorprendere la mente collettiva con la tua incantevole esistenza.
Kailash
